Disturbo Ossessivo-Compulsivo

Il disturbo ossessivo compulsivo (conosciuto anche come DOC o OCD in inglese), è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni. È un disturbo che può presentarsi sia nell’infanzia che nell’età adulta, anche se l’incidenza massima la si ha tra i 15 e i 25 anni.. In Italia, sono circa 800.000 le persone colpite da DOC. È un disturbo che si cronicizza, anche se con fasi altalenanti di miglioramento e di peggioramento, ma a volte si aggrava fino a compromettere il funzionamento in diverse aree di vita. Raramente è episodico e seguito da una remissione completa dei sintomi. Il soggetto si sente spesso obbligato ad agire o pensare nel modo sintomatico e per questo cerca di contrapporsi e di resistere. Nonostante cerchi di contrastare e nascondere le sue azioni o i suoi pensieri, questo sforzo non lo aiuta affatto a modificare il proprio comportamento. Sintomi del DOC Il sintomo centrale del DOC è la presenza di ossessioni e compulsioni o sole ossessioni, che occupano un tempo significativo della giornata (un ora o più al giorno) e interferiscono con le attività del quotidiano (lavoro, studio, vita di relazione, cura della casa o dell’igiene ecc.). Caratteristiche centrali del disturbo sono: • la ripetitività, la frequenza e la persistenza della attività ossessiva; • la sensazione che tale attività sia imposta e compulsiva. Le ossessioni sono idee, pensieri, impulsi o immagini che insorgono improvvisamente nella mente e che vengono percepiti come intrusivi (ovvero la persona ha la sensazione che “irrompano da soli” o che siano indipendenti dal flusso di pensieri che li precede), fastidiosi (ovvero la persona per il contenuto o per la frequenza sperimenta disagio) e privi di senso (ovvero la persona ha la sensazione che siano irrazionali, esagerati o comunque non giustificati o poco legati alla realtà presente). Tali pensieri intrusivi sono ricorrenti (ovvero si ripresentano alla mente con frequenza) e/o persistenti (ovvero occupano la mente in modo duraturo e continuo).

Sintomi del DOC Il sintomo centrale del DOC è la presenza di ossessioni e compulsioni o sole ossessioni, che occupano un tempo significativo della giornata (un ora o più al giorno) e interferiscono con le attività del quotidiano (lavoro, studio, vita di relazione, cura della casa o dell’igiene ecc.). Caratteristiche centrali del disturbo sono:

• la ripetitività, la frequenza e la persistenza della attività ossessiva;

• la sensazione che tale attività sia imposta e compulsiva. Le ossessioni sono idee, pensieri, impulsi o immagini che insorgono improvvisamente nella mente e che vengono percepiti come intrusivi (ovvero la persona ha la sensazione che “irrompano da soli” o che siano indipendenti dal flusso di pensieri che li precede), fastidiosi (ovvero la persona per il contenuto o per la frequenza sperimenta disagio) e privi di senso (ovvero la persona ha la sensazione che siano irrazionali, esagerati o comunque non giustificati o poco legati alla realtà presente). Tali pensieri intrusivi sono ricorrenti (ovvero si ripresentano alla mente con frequenza) e/o persistenti (ovvero occupano la mente in modo duraturo e continuo). La persona con DOC vive con sofferenza e disagio la presenza di questi pensier Le compulsioni o rituali consistono in azioni mentali e comportamentali che si manifestano in risposta alle ossessioni e che ne rappresentano un tentativo di soluzione; di solito sono seguite da un senso sollievo dal disagio causato dalle ossessioni, seppure un sollievo solo temporaneo. Ad esempio, disinfettare le mani con amuchina come risposta all’ossessione “le mie mani sono piene di germi pericolosi”, è un tentativo di allontanare il problema della percepita o temuta contaminazione; evitare di toccare le maniglie delle porte o portare i guanti rappresentano un tentativo di prevenire la ricomparsa del pensiero di essere contaminato. Ancora fare un preghiera in risposta all’ossessione “ho pensato un numero che porta male”, rappresenta un tentativo di rassicurarsi circa il timore che possa per propria responsabilità accadere qualcosa di negativo per sé o altri.

Dott.ssa Valentina Baruffa

PSICOLOGA E PSICOTERAPEUTA A TORINO

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